Estorsioni al Presidente di Confindustria Trapani

Inizia il proceso ai tre presunti responsabili, 16 le parti civili 

E' iniziato ieri, davanti al Tribunale di Palermo, Ufficio del Gip (Dott.  Giangaspare Camerini), il processo ai presunti estortori di Castellammare del Golfo denunciati da Gregory Bongiorno, presidente di Confindustria Trapani, e arrestati lo scorso agosto dalla squadra mobile di Trapani: Mariano Asaro, Gaspare Mulè e Fausto Pennolino. Per loro la procura di Palermo aveva chiesto il giudizio immediato, ma gli stessi imputati hanno deciso di essere giudicati con il rito abbreviato. Tutti devono rispondere di estorsione e tentata estorsione con l'aggravante di aver favorito Cosa Nostra. Numerose (sedici in tutto) le parti civili che si sono costituite in giudizio, fra cui lo stesso imprenditore taglieggiato, Confindustria Sicilia, F.A.I. e Ass. Comitato Addiopizzo. In aula al fianco di Gregory Bongiorno c'era, tra gli altri, anche il Commissario Nazionale Antiracket, prefetto Elisabetta Belgiorno (nella foto) e il Presidente onorario della FAI, Dott. Tano Graso. "I mafiosi hanno commesso un grave errore - sottolineano in una nota congiunta Addiopizzo, FAI, Libero Futuro e Conindustria - perché non hanno considerato la posizione di Bongiorno che, oltre a far parte organica del nuovo corso di Confindustria, è notoriamente vicino al movimento antiracket" (v. sotto l'integrale comunicato stampa).

Il processo è stato rinviato all'11 marzo 2014, per l'inizio della discussione.

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
FAI, CONFINDUSTRIA SICILIA, LIBEROFUTURO, COMITATO ADDIOPIZZO             “Commercianti e imprenditori, denunciare si può”

"Oggi è iniziato il processo agli estortori di Castellammare del Golfo denunciati da Gregory Bongiorno, presidente di Confindustria Trapani, e arrestati lo scorso agosto. Al suo fianco, il Commissario nazionale antiracket, Prefetto Elisabetta Belgiorno, il presidente onorario della FAI, Tano Grasso, il vice presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, i rappresentanti di LiberoFuturo (Palermo e Castelvetrano) e di Addiopizzo. “I mafiosi hanno commesso un grave errore – sottolineano in una nota congiunta associazioni antiracket e Confindustria Sicilia – perché non hanno considerato la posizione di Bongiorno che, oltre a far parte organica del nuovo corso di Confindustria, è notoriamente vicino al movimento antiracket”.
Un processo significativo che ha visto la presenza di numerosissime richieste di costituzione di parte civile e che ha rappresentato al meglio il livello di collaborazione fra il movimento antiracket e Confindustria in tutta la Sicilia. Collaborazione che punta ad incrementare sempre più il contatto con il territorio, così da diffondere in modo capillare la cultura della legalità. In quest’ottica si inseriscono anche le recenti iniziative di LiberoFuturo che ha costituito due associazioni ad Agrigento e Castelvetrano e presto ne farà nascere una terza proprio a Castellammare del Golfo che, negli ultimi due anni, ha dimostrato una notevole vitalità antiracket.
Risultati possibili anche grazie all’impegno del Commissario antiracket Belgiorno che ha attivato, con risorse del PON sicurezza e in collaborazione con le nostre associazioni, progetti finalizzati a promuovere le denunce e diffondere il Consumo critico antiracket.
Giornate come questa ci rendono fiduciosi per il futuro e siamo certi che a tutti gli imprenditori giungerà chiaro e forte il messaggio che si può denunciare in sicurezza, che lo Stato c’è e anche la società civile non fa mancare il suo appoggio. Palermo, 21 gennaio 2014".

Tag: Cronaca, persona offesa / persona danneggiata / parte civile



AddioPizzo

Addiopizzo è un movimento aperto, fluido, dinamico, che agisce dal basso e si fa portavoce di una “rivoluzione culturale” contro la mafia. È formato da tutte le donne e gli uomini, i ragazzi e le ragazze, i commercianti e i consumatori che si riconoscono nella frase "Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità".