Sportello di solidarietà

Gli Sportelli di Solidarietà alle vittime di racket ed usura, hanno sede a Palermo e Napoli

Sono finanziati dal "Programma Operativo Nazionale - Sicurezza per lo sviluppo - Obiettivo convergenza 2007/2013" in collaborazione con il Ministero degli Interni e il Commissario Nazionale Antiracket ed Antiusura

Lo Sportello di Palermo si trova in via A. De Gasperi, 53  (cap 90143), ed è formata da 8 elementi:

un responsabile della struttura (Avv. Salvatore Forello, un segretario (Sig. Enzo Mammana), due psicologhe (Dott.ssa Paola Cavani e Dott.ssa Rossalla Chifari), due esperti legali (Avv. Paola Tripi e Avv. Valerio D'Antoni) e, infine, due esperti area aziendale-economica (Dott.ssa Alessandra La Rosa e Dott.ssa Alessia Cangemi)

Tel: 091 7846547 - e-mail: sportellosolidarieta@libero.it

- L'obiettivo

Lo Sportello di solidarità vuole offrire alle vittime d'estorsione e d'usura una nuova possibilità di assistenza. Le associazioni antiracket ed antiusura, dalla loro nascita, hanno incoraggiato le vittime a denunciare assicurando loro una tutela soprattutto giudiziale e in riferimento ai problemi della sicurezza personale. Nel corso degli anni si è ben compreso che questo intervento non è più sufficiente per assicurare a chi denuncia sia  una inalterata qualità di vita sia la redditività dell'azienda. L'ottenimento di questi risultati è na condizione indispensabile per incoraggiare altri imprenditori a denunciare a loro volta e, quindi, a rendere più incisiva la lotta a racket ed usura.

In particolare, alle vittime d'usura e ai soggetti sovraindebitati perchè l'aiuto sia credibile, occore offrire ulteriori servizi per la soluzione di gravi problemi economici e finanziari, per affrontare le situazioni di crisi delle loro piccole aziende, per sostenere relazioni sociali e familiari a volte compromesse, ecc.

A partire dal tentativo di dare una risposta a queste esigenze gli sportelli rappresentano un salto di qualità delle strategie d'aiuto sperimentate dal movimento antiracket ed antiusura in oltre venti anni di attività.

Un iniziativa oggi resa possibile dagli investimento del pon sicurezza e dal sostegno del Mistero dell'Interno e dal Commissario Antiracket. 

 

- Come funzionano

 L’operatività degli Sportelli fa tesoro dell’ampia esperienza realizzata in questo campo dalla FAI, a partire dall’Ambulatorio antiusura di Roma attivo dal 1996 e dagli Sportelli realizzati in collaborazione con i comuni di Roma e Napoli. L’aiuto richiesto dalle vittime d’estorsione e, soprattutto, da quelle d’usura richiede un approccio di tipo globale: può servire a poco la soluzione di un problema quando restano irrisolti sul tappeto tante altre questioni causa di malessere e di sofferenza. Per queste ragioni abbiamo da quasi venti anni scelto di intervenire nell’aiuto con competenze e professionalità diverse. I legali intervengono con i loro consigli per affrontare l’impegnativa fase della denuncia e del processo; gli esperti aziendalistici aiutano a gestire situazioni di crisi e/o rapporti difficili con fornitori, banche, ecc.; gli psicologi sostengono le vittime nella delicata fase della transizione ad una definitiva normalità. Il principio di fondo è, però, la responsabilità. Il senso dell’aiuto deve mirare a sollecitare sempre più una assunzione di responsabilità da parte della vittima, perché senza di essa la prospettiva di un reinserimento non si avvicina. L’aiuto che viene offerto dai professionisti è rivolto a sostenere questo sforzo e non a sostituirsi alle inevitabili scelte che le vittime devono assumere. Gli ascolti hanno appunto questa funzione, quella di mettere in luce l’insieme delle problematiche, sviscerarne le cause, tentare una soluzione. E nella prospettiva della risposta globale gli approfondimenti con gli “ascolti di aiuto” prevedono la presenza delle diverse professionalità (avvocati, esperti aziendali, psicologi).   Perché “qui” non si danno soldi Da sempre questa è stata una scelta strategica: la solidarietà non coincide necessariamente con l’offerta di denaro. Molto opportunamente con la legge antiusura (n.108 del 1996, art.15) si è inteso incoraggiare quelle strutture, fondazioni e confidi, che realizzano un fondo speciale per garantire presso le banche i prestiti delle persone gravemente indebitate e, quindi, a rischio usura; queste realtà svolgono un importante lavoro. Noi, invece, abbiamo scelto un altro versante dell’impegno nella prevenzione dell’usura, non denaro ma consigli, suggerimenti, assistenza, nella convinzione che, molto spesso, questo tipo d’aiuto è più importante della stessa erogazione di prestiti. Non solo perché offrire un prestito a chi è già seriamente indebitato potrebbe aggravare la stessa situazione debitoria e allontanare la soluzione dei problemi; ma, soprattutto, perché la risposta più efficace e e duratura all’indebitamento è quella di intervenire sulle sue cause, rimuovendole e impedendone la riproduzione nel tempo. Questo è l’aiuto che pensiamo di offrire, consapevoli dell’impazienza di chi pensa che la difficoltà del debito ha una sola soluzione: il denaro. Quando si va dal medico perché si sta male, c’è chi chiede di essere visitato e chi, invece, chiede subito le pillole. Ecco, i nostri utenti devono approcciarsi agli Sportelli come chi viene a chiedere un aiuto e non come chi già conosce la soluzione dei propri problemi. Sappiamo già che non a tutti questa impostazione sarà gradita, ma questa è la nostra scelta. Per questi motivi l’approccio dei nostri operatori è sempre critico, partecipe delle sofferenze, ma con quell’indispensabile distacco necessario per cogliere le criticità e aiutare a risolverle. Non è cinismo, ma il modo migliore d’essere solidale. Senza questo approccio critico non ci sarà mai reinserimento nella normalità.  Cosa si può fare e cosa, purtroppo, non si può fare L’utente che si rivolge agli Sportelli incontrerà professionisti selezionati mediante un Avviso pubblico del Commissario straordinario del Governo per il Coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura; sarà ascoltato da psicologi, avvocati, commercialisti, secondo le modalità codificate nelle Linee guida degli Sportelli. Tutta l’attività di assistenza sarà gratuita. Qui non è come, ad esempio, andare da un avvocato. Qui l’attività degli avvocati si incrocia e si sovrappone a quella degli psicologi e dei commercialisti, in un rapporto virtuoso che induce a mescolare competenze e sensibilità. La nostra bussola non è la professione, ma i bisogni dell’utente, la sfida d’offrire un aiuto credibile. E questo aiuto sarà più forte, è la nostra convinzione formatasi in tanti anni di lavoro, se tutti insieme i professionisti sapranno intercettare i bisogni delle vittime e se costoro si siedono al tavolo rotondo non come quando si va a parlare con un avvocato ma per partecipare direttamente alla soluzione dei propri problemi. I nostri professionisti, come si può leggere nei successivi documenti, non possono svolgere negli Sportelli la propria specifica professione: l’avvocato non può assumere un incarico, lo psicologo non può effettuare una terapia, il commercialista non può tenere i registri contabili. Queste attività attengono al normale rapporto tra cliente e professionista fuori dagli Sportelli. Si può essere però d’aiuto, anche senza assumere la tenuta della contabilità, e i consigli e le consulenze non hanno certo un valore inferiore di una procura difensiva. Soprattutto, diciamo che è la nostra specialità, sappiamo accompagnare le vittime del racket e dell’usura nell’impegnativo percorso che procede dalla denuncia e giunge al processo penale. Ognuno di noi ha vissuto sulla propria pelle che grande forza costituisce il fatto di non essere solo e abbandonato quando si deve andare in un’aula di tribunale e lì testimoniare innanzi agli imputati ed ai loro avvocati, solitamente accompagnati da uno stuolo di parenti. E’ il nostro punto di maggiore forza, e ci sia concesso: di credibilità, che quando una vittima si espone assieme all’associazione è sempre al riparo delle rappresaglie. Questa è la forza dell’antiracket, offrire la possibilità di liberarsi dal racket al riparo del rischio della violenza. Naturalmente -è fra l’altro l’oggetto del Regolamento dell’ufficio legale della FAI- chi vuole può avvalersi, all’esterno dello Sportello, dell’assistenza legale degli avvocati che con grande impegno e professionalità da anni assistono le vittime d’usura e d’estorsione.   Alcune semplici regole, per gli operatori e per gli utenti Tutto funzionerà però se funzioneranno le regole di comportamento, sia degli operatori sia degli utenti. Non a caso presentiamo anche un Codice di comportamento degli operatori e il Contratto d’aiuto che sottoponiamo alle vittime per la sottoscrizione. Una sola cosa, in conclusione, è importante avere presente. E’ un lavoro non facile, lo sappiamo bene. Siamo consapevoli che ci saranno situazioni nelle quali non sarà possibile intervenire. Noi siamo qui con la nostra generosità e, soprattutto, con la nostra passione. Chiediamo che chi si avvicina a noi lo faccia con quella lealtà che rende tutto più facile e che è intimamente connessa a qualunque prospettiva di liberazione dal racket e dall’usura.  



AddioPizzo

Addiopizzo è un movimento aperto, fluido, dinamico, che agisce dal basso e si fa portavoce di una “rivoluzione culturale” contro la mafia. È formato da tutte le donne e gli uomini, i ragazzi e le ragazze, i commercianti e i consumatori che si riconoscono nella frase "Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità".